L’impegno e la passione di un’intera famiglia per continuare a regalare sorrisi ed emozioni. Il Circo Italiano Grioni è il risultato, straordinario, della forza e della collaborazione di quattro fratelli e dei loro genitori. Vi raccontiamo la storia di questa bellissima comunità in cui l’arte circense si sta tramandando ai più giovani, in un vissuto quotidiano fatto di sacrificio, impegno, tanta preparazione e anche tanti e meritati successi.
Attraverso la voce di papà Marco vi faremo conosceremo di più di questa famiglia e dei suoi artisti.
Quando e come nasce il Circo Italiano Grioni?
“Siamo aperti con questo nome ininterrottamente da 24 anni anche se nei primi otto mesi ho lavorato da solo e per lo più con le arene. Siamo una realtà circense decisamente nuova ma se ci si riflette un attimo siamo i più longevi. Sì, perché il nostro circo, anche se di fresca creazione, è attivo, senza interruzioni, da quasi un quarto di secolo. Ho iniziato la mia esperienza nel Circo Città di Milano dei fratelli Medini. Lì sono cresciuto ed è per questo che a loro sono molto legato. A 18 anni, appena raccolte le forze, ho recuperato qualche mezzo e con tanti sacrifici ho iniziato a lavorare”.
Come definiresti la tua famiglia?
“Esemplare. E’ la classica famiglia che si legge nei libri o si vede nei film. Tutti i componenti sono impegnati a fare il circo, allenamenti quotidiani, due ore di spettacolo dal vivo, in totale autonomia. Un gruppo di dieci persone che lavorano tutte per una sola famiglia e con l’obiettivo di rafforzarsi aggregando nuove forze, nuovi artisti”.
La famiglia significa senso di appartenenza, condivisione…
“Sicuramente. Ci sono i circhi stranieri e altri con strane denominazioni. Quello della Famiglia Grioni è, invece, un circo italiano ed ecco, quindi, che viene fuori quel senso di appartenenza che trasmette tanta fiducia al nostro pubblico”.
Soffermandoci per un attimo sulla tua famiglia, cosa riserva il futuro ai suoi giovani artisti?
“I miei figli sono ambiziosi, hanno voglia di migliorare ed è fondamentale la formazione. L’idea è quella di costituire una troupe di acrobati italiani e nel giro di due anni presentare un numero con i quattro fratelli per poi arrivare al trapezio”.
E veniamo all’aspetto artistico per chiederti la disciplina di ogni componente della famiglia Grioni…
“Io negli anni mi sono esibito in più discipline. Oggi in pista vesto l’abito del presentatore mentre fuori quello di direttore del circo e di organizzatore dello spettacolo. Mia moglie Vanessa è una equilibrista con tutti i tipi di spade e una ballerina di hula hoop. Il mio primo figlio Luca, di 16 anni, è un equilibrista al rullo, arriva ad esibirsi con ben 9 rulli, e poi è un acrobata cascatore e lavora in coppia con il fratello. In più è un musicista così come Matteo, 14 anni, che oltre a fare l’acrobata, si esibisce alle scale libere e compie un salto mortale con avvitamento. Lui è l’immagine predominante all’interno dello show perché è anche Mandarino, il clown raffigurato sulle locandine e sul materiale promozionale. Le più piccole della famiglia sono Ilenia e Giada che si impegnano con l’equilibrismo sui globi, lavorando in coppia. La prima si esibisce anche al cerchio aereo mentre la seconda, a soli 8 anni, al trapezio”.
Qual è stata la soddisfazione più grande sino ad ora? E un rammarico?
“Sicuramente ricevere il riconoscimento da parte dei colleghi per il lavoro che stiamo svolgendo con il nostro circo. Ci spronano ad andare avanti, a non mollare. Siamo sempre aperti, senza tregua. Un unico rammarico è quello di aver ‘ceduto’ in questi 24 anni di attività a tentativi di sostituzione del circo con l’arena e ad un ridimensionamento come è accaduto negli anni 2017 e 2018. Si è trattato di un piccolo stop ma, rinunciando anche a un maggiore guadagno, abbiamo creduto nel nostro futuro al circo”.
Qual è la tua idea di circo?
“E’ un’idea sicuramente differente. Gli obiettivi sono di ridurre i costi e fidelizzare sempre più il pubblico. Non mi pongo limiti, non mi precludo nulla. Però, deve restare l’idea di un circo non sfarzoso e con nomi altisonanti e in lingua straniera. Penso, invece, a un circo popolare, vicino alla gente e alla portata di tutte le persone. Il circo deve essere una festa. Ho un sogno che mi piace condividere con i lettori di Circo Italia che è quello di creare una mostra con le riproduzioni degli animali che possa essere ammirata dai bambini. Qualcosa di veramente puro e romantico”.
Cosa ti ha fatto innamorare di quest’arte?
“Il contatto con il pubblico. Era già scritto nel mio Dna essendo cresciuto nel circo”.
L’aspetto più bello di essere un circense?
“Viaggiare in piena libertà, senza dover sottostare a delle regole. Spostarsi con le carovane dai borghi alle città, dalle località di mare ai paesi di montagna. E’ bello essere padroni di se stessi, come dovrebbe essere un po’ per tutti”.
Come definiresti il mondo del circo?
“Il mondo più sano e più puro, in cui valgono ancora i sani principi. Per questo è al primo posto e si distingue come stile di vita. E’ un mondo in cui non esistono tante cose brutte che, invece, attanagliano la società moderna”.
Vuoi mandare un messaggio ai tuoi colleghi?
“Chiederei loro di restare uniti e, soprattutto dopo il difficile periodo legato alla pandemia e che ha penalizzato tantissimo gli operatori del circo, di resistere e non gettare la spugna. Tra disinformazione, campagne mediatiche spalleggiate dalla politica compiacente e utilizzo improprio del termine ‘circo’, è certamente un momento non facile per tutti noi ma si deve andare avanti cercando di fare al meglio il nostro lavoro”.
Come vivi il rapporto con il pubblico?
“In maniera idilliaca… le persone ti danno il cuore e diventi per loro un riferimento”.
Progetti per il futuro?
“Consolidare la nostra realtà, continuare a migliorarla. Siamo sempre rimasti con i piedi per terra ma questo non preclude l’opportunità di porsi nuovi obiettivi. Prediligiamo la qualità alla quantità. Mi piacerebbe individuare un luogo fruibile dove poter dare vita e sviluppare, nel periodo estivo quando al circo viene meno la presenza dei bambini, una nuova realtà che possa legare a sé altre attività come, per fare solo alcuni esempi, fattorie, laboratori didattici, dove il pubblico possa ‘rifugiarsi’, divertirsi, vivere dei momenti differenti rispetto a quelli della quotidianità”.
Come vedi il futuro dei tuoi figli?
“Con tanto impegno e sacrificio, credo di essere riuscito a consegnarli un futuro positivo. I miei quattro figli potranno decidere di continuare l’attività, di interrompere e andare ad esibirsi in altre strutture, in altri luoghi, magari all’estero. Una cosa è certa, hanno tutte le carte in regola per fare e riscuotere successo. La mia speranza o, meglio, il mio desiderio sarebbe quello di vederli crescere in questo settore e magari in un progetto come quello descritto in precedenza. Oltre alla bravura serve poi quel pizzico di fortuna che aiuta sempre. Si sta parlando dei miei figli e, quindi, colgo l’occasione per annunciare con immenso piacere che è stata ufficializzata la partecipazione dei Fratelli Grioni, Luca e Matteo, all’Italian Circus Talent Festival che si terrà dal 28 novembre al 2 dicembre a Roma”.
Daniele G. Masciullo