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Il circo, gli animali, la pittura. Thomas Zerbato, più passioni in un unico mondo

Un artista che non si definisce un artista ma un “semplice” portatore di colore e unicità in giro per il mondo. Il suo nome è Thomas Zerbato (classe 1996) e con i suoi occhiali blu e la bandana è riuscito, grazie alla sua autentica passione, a farsi conoscere nel mondo del circo. Non solo, perché Thomas ha conquistato l’attenzione del grande pubblico grazie ai bellissimi disegni creati nel corso degli anni.

Come è nata la passione per il circo?

“È una passione che ho da sempre. Da piccolo, quando tutti si divertivano con i videogiochi e guardavano il calcio, io avevo in mente solo gli animali e il circo. La passione che avevo all’età di due anni è la stessa che ho oggi da adulto”.

Come ti definiresti con un aggettivo?

“Supercalifragilistichespiralitoso. È un aggettivo? Non lo so, ma mi piace dire così perché sono fatto a modo mio, un po’ normale e un po’ artista, un po’ colorato e un po’ bianco e nero, un po’ magico (come ormai mi definisce Liana Orfei) e un po’ pazzo, con la mia bandana alla testa ed i miei occhiali blu”.

Che ragazzo sei nella vita di tutti i giorni?

“Sono un ragazzo come tanti altri ma ‘sempre sporco di colore’. Dipingo talmente tanto che, ogni volta che esco di casa, ho sempre qualche macchia di colore addosso. Sono pieno di idee e difficilmente sono triste. Ho un bel carattere, me lo dico da solo, ma sono molto permaloso, ma va bene lo stesso…”.

Com’è il mondo del circo oggi?

“È un mondo a sé. Certamente è cambiato nel corso degli anni e lo confermo anche io che ho vissuto il gran cambiamento tra ‘il circo di quando ero bambino’ e il circo di oggi.  Comunque, è ancora un posto ‘strano’ nel senso buono della parola. Dico strano perché non ci sono limiti, non ci sono i ‘non posso’ e poi è l’unico posto al mondo (nemmeno lo zoo è così) dove puoi vedere animali di qualsiasi specie convivere senza problemi con gli uomini”.

Quale disciplina del circo ti entusiasma di più?

“Se non devo parlare di numeri di addestramento o ammaestramento, la disciplina che mi incanta di più è quella del trapezio. Sicuramente non sarò l’unico a pensarlo, ma guardare un numero svolto a metri di altezza in cui una troupe composta da uomini e donne che si fidano ciecamente degli altri e di sé stessi è… qualcosa di incredibile! Le musiche poi… penso di non aver mai visto un numero di trapezio volante accompagnato da una ‘brutta musica’. Non ho ancora avuto modo di realizzare un quadro a tema trapezisti, prossimamente mi cimenterò”.

Cosa ti piace del circo e cosa cambieresti?

“Mi piace ancora tutto e penso che non cambierei nulla. Se proprio dovessi cambiare qualcosa, cambierei la gente che è al di fuori del circo! Penso che se il circo ai giorni d’oggi ha meno ‘followers’ è per colpa della gente comune (non tutta fortunatamente) che ha cambiato idea iniziando a mettere quest’arte in secondo piano. In Italia siamo ancora in grado di fare grandi spettacoli”.

Il tuo ricordo più bello legato al mondo del circo?

“Ce ne sono tanti e non saprei quale scegliere. Penso a quando sono stato al Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo. La prima volta non si dimentica mai. Sono sincero, in quella occasione ero seduto proprio all’ultima fila, ma la felicità che avevo in quel momento mi faceva vedere solamente la pista senza notare tutte le persone che avevo davanti. E’ stato un momento indimenticabile. Ma ho talmente tanti di ricordi che per raccontarli tutti ci vorrebbe un’altra intervista”.

Circo e animali. Dicci la tua…

“Penso alla tradizione. Il vero circo è quello con gli animali e sempre lo penserò, senza nulla togliere a chi sa fare ottimi spettacoli anche senza di essi. La cosa che non mi piace davvero sono quei circhi che ‘voltano le spalle’ al passato e vanno contro chi, invece, continua a rispettare la tradizione. Questo non lo trovo giusto. Rinnovarsi non significa dimenticare il passato e cambiare idea in base alle mode. Credo poi che l’animalismo sia solo una farsa pubblicitaria anche perché basta vedere alcuni esempi di circhi che hanno creato spettacoli senza animali e di animalisti nel pubblico nemmeno uno. E poi, se non ci fosse il circo, come farebbero i bambini? E non solo i bambini. Io, ad esempio, grazie al circo ho fatto di tutto: ho giocato con cuccioli di tigre, ho accarezzato elefanti, ho dato da mangiare alle giraffe e molto altro ancora. Senza circo non avrei sicuramente fatto nulla di tutto ciò”.

Sei un grande appassionato di arte e la pittura è una delle tue passioni. Sei legato a un artista in particolare?

“Di artisti ne ho conosciuti tanti, più o meno famosi, ho avuto questa fortuna soprattutto da piccolo. Devo scegliere il mio artista preferito? Allora dico Van Gogh. Mi piacciono molto i suoi quadri, tant’è vero che spesso ho preso spunto dalle sue pennellate per creare i miei. Lui dipingeva con un suo stile e questo è quello che ho voluto fare e che continuo a rappresentare con i miei dipinti. La gente deve vedere un quadro e dire ‘questo lo ha realizzato Thomas’. Ho appena terminato una quadrilogia di opere chiamata ‘Clowns & Animals’ (presente nella rubrica “Arte” del nostro giornale, n.d.r.) dove ho raffigurato quello che il circo è per me: un clown, che rappresenta l’essere umano, e di conseguenza anche il circo, mentre bacia un animale; ciò a dimostrazione di come è la realtà del circo. Un clown che bacia una tigre, un clown bianco che bacia un leone bianco, un clown che bacia un grande elefante e, infine, un secondo clown bianco che da un bacio a una giraffa. Sono quattro acrilici su legno* che ho creato in questi ultimi mesi e spero che possano raggiungere l’attenzione di molte persone”.

Sui canali social possiamo apprezzare un look personale ed originalissimo. Sei anche appassionato di moda?

“Non seguo la moda. Io sono così perché mi vesto come piace a me, ma ho cercato di creare un look particolare in maniera che il pubblico possa riconoscermi. Come diceva Moira ‘non bisogna mai essere tutti uguali, ma cercare il proprio stile e fregarsene di quello che gli altri dicono’ e così ho fatto. Bandana alla testa e occhiali Rayban. Sempre molto ‘colorato’. Quindi, se al circo vedrete tra il pubblico qualcuno con la bandana sulla fronte, un grande ciuffo di capelli che ‘sparano in aria’ e degli occhiali da vista con lenti blu… quello sono io!”.

Arte, animali e circo: cosa metti al primo posto?

“È una domanda difficile, ma io metterei al primo posto l’arte, anche perché ne fa parte tutto ciò che è bello, quindi, di conseguenza, anche il circo e gli animali. Mi è sempre piaciuto creare e disegnare, ho iniziato con gli acquerelli per poi cambiare e andare verso i colori acrilici e devo dire che mi sto trovando molto bene. Dimostrazione anche il fatto che sto riscuotendo un discreto successo tra il pubblico e gli artisti circensi”.

Quali sono le tue passioni oltre al circo e l’arte?

“A queste due grandi passioni aggiungerei il teatro. Un mondo che ricorda un po’ il circo (sono due cose chiaramente diverse) con il suo sipario, le luci, le musiche e gli attori al posto degli artisti. Poi lo spettacolo dal vivo ha sempre il suo fascino perché non sai mai cosa può accadere. Non è mai uguale e questa è l’unicità dello spettacolo live”.

Progetti per il futuro?

“Più che progetti per il futuro direi ‘sogni nel cassetto’. Uno è quello di riuscire a consegnare alla principessa Stéphanie di Monaco il quadro che ho creato per lei e che raffigura le sue due elefantesse, Baby e Nèpal. Secondo sogno nel cassetto quello di esporre le mie opere al Festival del Circo d’Italia e a quello di Zaragoza e di riuscire a creare un manifesto per il Festival del Circo del Principato. Sarebbe una soddisfazione enorme così come per gli artisti circensi che ambiscono al Clown d’Oro. Il terzo sogno riguarda il ‘Premio Speciale Thomas Zerbato’ che ormai da tre anni ho iniziato a creare per i due festival. Un quadro dedicato all’artista che ho deciso di premiare e che creo in un giorno. Quindi, se un domani dovessi avere l’ufficialità sarebbe come raggiungere un grande sogno”.

Daniele G. Masciullo

* I quattro dipinti della nuova collezione “Clown & Animals” sono presenti nella rubrica “Arte” del nostro giornale.

 

 

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