• Home
  • /
  • Artisti
  • /
  • Davide Padovan, un “creator” nel mondo dello spettacolo, della radio e del circo

Davide Padovan, un “creator” nel mondo dello spettacolo, della radio e del circo

“L’arte più nobile è quella di rendere felici gli altri”. Sul canale social Instagram, Davide Padovan si presenta con questa citazione dell’imprenditore e circense statunitense Phineas Taylor Barnum. E già questo ci lascia immaginare il suo profilo, quello di un “creator” a 360 gradi e di una figura molto amata nel mondo dello spettacolo. Simpatico ed originale nelle sue innumerevoli vesti: presentatore, showman, attore, speaker, vocalist, animatore e si potrebbe continuare. Ma a Davide è sempre piaciuto definirsi un “presentattore”…

“… sì perché da 22 anni sono nel mondo dei parchi divertimento ma ho lavorato in diversi ambiti del mondo dello spettacolo. Sono un nipote d’arte perché mio nonno faceva il musicista e l’altro nonno aveva una grande passione per il circo”.

Ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo da piccolissimo…

“Sì, all’età di nove anni ho presentato con Sandra Mondaini il Disney Festival all’Arena di Verona e facevo il ‘suo’ Sbirulino durante gli spettacoli di piazza”.

C’è una persona a te cara che, in adolescenza, ti ha consentito di scoprire nuove opportunità…

“Il suo nome è Osvaldo Bernadè, un presentatore storico di Verona che lavorava per l’Arena e organizzava gli spettacoli in città come, ad esempio, la ‘Festa del Bambino’. Mi ha acceso questa voglia di iniziare a fare spettacolo tanto che, nonostante la mia giovanissima età, mi avevano contattato dal parco divertimento Gardaland per avviare una collaborazione, ma ero troppo piccolo e la mia famiglia non era d’accordo”.

Oggi, invece, sei nello staff di uno dei parchi divertimento più famosi. Di cosa ti occupi?

“Faccio parte del cast artistico di ‘Stuntman Show Productions’, coordinato da Marco Giony, all’interno di Mirabilandia. Svolgo questa attività da 20 anni e abbiamo avviato una nuova sfida con lo spettacolo “Hot Wheels City”. Qui è nata la mia figura professionale di ‘presentattore’ come mi piace definirla”.

Quando si pronuncia il tuo nome si pensa al mondo dello spettacolo, della radio, della discoteca, degli eventi e del circo.

“E’ ciò che so fare bene perché lo faccio con il cuore, lo sento mio e di questo sono felice. Non saprei fare altro… (sorride). Ho iniziato prima facendo lo speaker in radio e poi il vocalist in discoteca. Dopo un po’ di tempo, però, volevo uscire dalla routine e ho iniziato a inserirmi negli spettacoli dei parchi divertimento, prima a Movieland e poi a Mirabilandia”.

Come descriveresti questi mondi? Anche con un solo aggettivo…

“Emozionanti. Finché continuerò ad emozionarmi ogni qualvolta mi approccio a svolgere queste attività significa che sto ancora amando questo mestiere”.

A quale ti senti più legato?

“Sicuramente alla radio. Mi ha dato tantissimo e mi ha permesso di fare tutto il resto. Trasmettere in diretta, gestire un programma, i tempi radiofonici, gli inconvenienti che si possono presentare in una diretta ti formano e sono un grande bagaglio. La mia esperienza ultraventennale mi ha aiutato in tutte le altre attività che ho svolto e continuo a svolgere”.

Parliamo di un mondo che ci accomuna: quello del circo. Sei sempre stato molto legato a due grandi dinastie circensi…

“A quella dei Togni e degli Orfei. Entrambe le famiglie mi hanno insegnato tantissimo e hanno contribuito ad avvicinarmi sempre più a questo mondo. L’amicizia e la collaborazione con Nando Orfei e l’ammirazione per Moira, la Signora dello spettacolo, le cui partecipazioni in tv erano la promozione più bella per il circo”.

Com’è il mondo del circo oggi?

“A mio avviso è sottovalutato. Mi spiego meglio. Tanto arriva dal mondo del circo che non ha la forza per esprimere tutto quello che di bello potrebbe ancora trasmettere. Può dare davvero tanto”.

Quanto e come è mutato rispetto al passato?

“Negli anni ‘70 e ‘80 il circo era all’avanguardia, molto moderno. Ricordo gli spettacoli degli Orfei con i maxischermi e le proiezioni che contribuivano ad ambientare le esibizioni. Poi i costumi di scena, quelli indossati dalle donne. Erano meravigliosi, sensuali, e hanno ispirato le soubrette televisive, i grandi costumisti e le sartorie professionali che lavoravano per i circhi più grandi d’Italia. Oggi, invece, vi è troppa uniformità”.

In cosa, invece, dovrebbe cambiare?

 “Serve più originalità nel mettere in scena gli spettacoli. Occorre impegnarsi ad inventare e non ripetere gli sketch. L’unicità permette di distinguerti. Bisogna studiare una nuova formula che ‘svecchi’ il circo e lo faccia uscire dalla formula tradizionale anche come pubblicità visiva. Il circo deve riuscire a tornare l’evento della città così come lo era in passato”.

Torniamo a parlare un attimo di te. Un tuo pregio?

 “Non sono invidioso o geloso dei successi degli altri, anzi sostengo chi è bravo e merita”.

Hai un rimpianto?

“Non avere avuto vicino le persone a cui voglio bene e che mi hanno lasciato troppo presto”.

La soddisfazione più grande?

 “Avere avuto l’opportunità di presentare al Circus Talent Festival i figli di amici della mia famiglia. Non lo avrei mai immaginato!”.

 Parliamo per un attimo della tua famiglia. Se ti dico Graziella? Cosa mi rispondi?

“E’ la mia forza. E’ la mia mamma. L’ho fatta arrabbiare perché voleva che diventassi un avvocato ma i desideri dei genitori non sempre coincidono con quelli dei figli. All’inizio non ha accettato questa mia scelta professionale. Ora, invece, è orgogliosa di me e mi sostiene in tutto ciò che faccio”.

C’è un segreto nel tuo successo professionale?

“Il segreto è essere umile. Poi avere voglia di imparare, sempre. Di confrontarsi e cercare di fare qualcosa di nuovo e differente. E poi, di non dare nulla per scontato”.

Hai un consiglio da dare a chi vuole intraprendere questo mestiere o, magari, lo ha già avviato?

“Di fare tanta gavetta ed esperienza sul campo. Di non illudersi perché magari si hanno tanti followers in rete in quanto la vita reale è tutt’altra cosa”.

Se dovessi dire ‘grazie’, a chi ti rivolgeresti?

“Sicuramente alla mia famiglia ed a mia madre perché quando si è ritrovata sola ha svolto anche il ruolo di padre. Mi ha protetto e supportato”.

Daniele G. Masciullo

 

Condividi:
My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.